La blockchain applicata al settore agrifood: maggiore sostenibilità e minore spreco

La blockchain applicata al settore agrifood: maggiore sostenibilità e minore spreco

La blockchain è una leva strategica per il settore agrifood, perché contribuisce a ridurre gli sprechi alimentari e perché incrementa la consapevolezza di quello che si consuma.

Prodotti alimentari qualitativamente superiori impattano naturalmente sulla nostra salute e sulla qualità di vita.

A fronte dei sempre più repentini cambiamenti climatici e l’emergenza, non solo da parte dei produttori ma anche dei consumatori, di fare qualcosa per il nostro pianeta, la blockchain applicata all’agrifood sembra la strada giusta per migliorare la situazione.

La blockchain, supportata dall’IoT e dall’intelligenza artificiale, serve a trasformare l’intera filiera alimentare.

Dà spazio a una maggiore sostenibilità e, al contempo, raggiunge la trasparenza lungo tutta la catena di approvvigionamento.

Blockchain e agrifood: in concreto

Se da un lato l’IoT collega il mondo fisico e digitale, fornendo informazioni sulla temperatura e umidità durante il trasporto o lo stoccaggio del prodotto, dall’altro la blockchain fornisce una piattaforma sicura in cui questi dati possono essere archiviati e messi a disposizione di ogni attore della catena di approvvigionamento.

I vantaggi della blockchain applicata al campo agroalimentare sono:

1) maggiore semplificazione della catena di rifornimento con conseguente riduzione dei costi dei rivenditori

2) una normativa più snella

3) un miglioramento delle tempistiche legate al processo di ritiro degli alimenti

4) un considerevole risparmio in termini di frodi alimentari a livello globale.

Più trasparenza per tutti

La blockchain per l’agrifood riveste molta importanza per mitigare i rischi di frode alimentare e sicurezza.

Un prodotto alimentare su dieci risulta adulterato o etichettato in modo errato.

Grazie a questa tecnologia i prodotti manomessi possono essere facilmente identificati e isolati evitando costosi richiami generalizzati di prodotti.

Di fatto, individuando i lotti contaminati, i prodotti sicuri possono essere conservati sugli scaffali e non inviati alle discariche, riducendo quindi, la quantità di rifiuti alimentari.

Inoltre la blockchain permette pagamenti più rapidi agli agricoltori, evitando pagamenti retroattivi che sono molto comuni nell’industria alimentare.

Se pensiamo che la GDO possa arrivare ad avere un ruolo sempre più marginale, non diventanto più un intermediario, i coltivatori potranno avere un rapporto più diretto con rivenditori, ristoratori e consumatori e vedere il proprio lavoro riconosciuto equamente.

Andrea Grossi,

Direttore Commerciale e Innovation Manager di Beatreex